Il Natale di Tobia


Faceva molto freddo, la neve ricopriva gli alberi, le strade , le case, l’inverno si era rivelato uno dei più rigidi degli ultimi anni. Tobia camminava lento, i piccoli piedi cominciavano a gelare, egli  volse lo sguardo verso la vetrina di una pasticceria dalla quale proveniva un invitante profumo.

Si avvicinò osservò attraverso il vetro, decine di dolci erano messi in bella mostra, all’interno del locale tutto era uno scintillio di luci. Tobia triste e sconsolato seguitò a camminare, era ben conscio  che per lui non sarebbe stato un Natale come tutti gli altri. Negli ultimi tempi aveva attraversato un periodo non molto facile, infilò le mani nelle tasche poi coprì il viso con la sciarpa. Il freddo si faceva sempre più pungente, camminò sino a quando scorse in fondo alla strada una piccola casa isolata, si avvicinò attento, constatò che il piccolo cancello era dischiuso, non scorgendo nessuno varcò la soglia, dopodiché stanco e infreddolito si rannicchiò sui gradini della casa cercando di ripararsi dal freddo gelido.

Era da tempo che camminava senza una meta, aveva chiesto in giro un posto come garzone, ma tutti lo avevano rifiutato, poi i suoi occhi si fermarono a scrutare il viale, i bellissimi alberi adornati a festa, tutt’intorno regnava una dolce atmosfera, dopo un po’ preso dai propri pensieri si addormentò sull’uscio di quella  piccola casa.

Passò un po’di  tempo, quando udì una voce che diceva : “Hei! Hei! sveglia ragazzo, cosa ci fai qui seduto?” - Tobia  aprì subito gli occhi  alquanto spaventato. Un vecchio con una lunga barba bianca lo fissava incuriosito. ” Mi scusi!”  – rispose Tobia – “cercavo un riparo dal freddo, ho camminato tutto il giorno, mi sono addormentato senza rendermene conto”.

” Come ti chiami fanciullo?” domandò l’anziano signore. “Mi chiamo Tobia, è  da giorni che sono alla ricerca di un piccolo lavoro, ma tutti rifiutano di aiutarmi”. “Vieni dentro” – disse con aria benevola l’uomo – faremo una chiacchierata”.

Dopodiché estrasse la chiave dalla tasca la inserì nella toppa e lo invitò ad entrare. Tobia si addentrò senza farsi pregare, pensò al freddo che faceva fuori e di come sarebbe stata dura passare la notte all’agghiaccio. ” Siedi pure” – disse il vecchio – “ti preparerò qualcosa di caldo. ” L’uomo mise a scaldare una ciotola di latte, poi esclamò: “Puoi dormire qui questa notte se vuoi”. - “Accetto volentieri ” rispose felice il fanciullo.

Tobia era molto soddisfatto d’aver trovato un pasto caldo ed un tetto dove poter riposare, dopodiché  chiese all’uomo: ” Come posso sdebitarmi ?” - Il vecchio ci pensò un attimo e poi rispose: ”Ho nel magazzino delle merci da confezionare, vorrà dire che mi darai una mano”. - ” Certo  molto volentieri!”- rispose prontamente Tobia.-

Poi cominciarono a discutere del più e del meno, Tobia raccontò di come faceva fatica a tirare avanti e di come la vita fosse stata avara con lui. “Non preoccuparti”-disse il vecchio rassicurandolo –  “ora riposa e non pensarci, vedremo in seguito il da farsi.”

Così il giorno dopo l’uomo chiese a Tobia di seguirlo nel vecchio magazzino, quando egli sollevò la serranda, il bambino non poté far altro che fissare tutta quella meraviglia. Una grande quantità di giocattoli  erano sistemati sui numerosi  scaffali;  Trenini elettrici, bambole, orsacchiotti di peluche e tanto altro, Tobia si  rivolse subito all’uomo e gli chiese: “Ma tu chi sei in realtà?” - “Ma non lo hai ancora capito? Sono Babbo Natale, l’amico di tutti i bambini!" - Tobia rimase senza parole, ad un tratto tutto gli sembrava straordinariamente fantastico, tutto gli pareva semplicemente meraviglioso.

Venne la vigilia di Natale e il vecchio dalla lunga barba disse a Tobia: “E’giunto il tempo di partire, riempita la slitta siederai al mi fianco, vedrai sarà un viaggio molto entusiasmante!”

 

Il ragazzo prestò il suo aiuto a  Babbo Natale, posizionando i doni sulla slitta, poi prese posto sul mezzo e una volta dato ordine alle renne di avviarsi, la slitta in un battibaleno si alzò verso il cielo, lasciando dietro di sé una lunga scia luminosa. Tobia volse lo sguardo verso terra, vedeva allontanarsi le case, gli alberi le strade illuminate a festa, avvertiva nel cuore un senso di felicità, dopodiché scomparvero al di là del cielo oltre la notte, tra miriadi di stelle.