Il contadino e il calzolaio

 In un piccolo paese due amici Poldo, un  astuto contadino e Paride,  un umile calzolaio, discutevano del più del meno.

Così disse Paride. “Si mormora che al di là del fiume esista un grande castello, esso verrà offerto in dono a chi per primo supererà una difficile prova, una serie di domande alquanto insidiose”.

Poldo il contadino rispose: ” Vorrà dire che uno di questi giorni mi recherò lungo il fiume, sono proprio curioso di vedere cosa accadrà."

Paride continuò a raccontare, ”Si dice anche, che vicino al suo ingresso vi sia un grosso leone il quale fa da guardia al grande castello.“

” La cosa non mi intimorisce” - rispose Poldo  con una certa baldanza  – “vale  la pena tentare, se supererò l’esame diverrò certamente un uomo molto ricco”.

Così il giorno seguente i due amici si ritrovarono di nuovo assieme, oltrepassarono la sponda del fiume dopodiché continuarono lungo una vecchia stradina di campagna. Una volta giunti sul posto, scorsero un grande giardino con al centro il maestoso castello, si diressero verso l’ingresso dove accanto al portone faceva da guardia un grosso leone.

Poldo si avvicinò all’animale e con voce sicura esclamò: “Mi chiamo Poldo, di mestiere faccio il contadino, sono qui per tentare di superare la prova.

Il leone lo scrutò per alcuni istanti dopodiché gli chiese: “ Nella tua vita ti è mai capitato di aiutare chi ne aveva realmente bisogno? ”

” Certo che sì!” – rispose prontamente Poldo -, tantissime persone, le quali senza il mio aiuto avrebbero condotto sicuramente una vita fatta di solo stenti."

Dopodiché iniziò a fare un lungo elenco di nomi, ricordando tutte le persone a cui aveva dato una mano facendosene un gran vanto, una volta terminato il leone gli disse: ” Va bene così, domani alla stessa ora presentati nuovamente qui, avrai la risposta “.

Poldo, soddisfatto dalla semplicità delle domande e preso dall’entusiasmo, si recò subito dall’amico Paride il quale lo attendeva dall’altra parte della strada poi rivolgendosi a lui disse: “Sono certo, domani quel castello sarà mio! ”

Così preso dall’euforia abbandonò l’amico e in tutta fretta si diresse verso casa.

Paride rimasto solo, era combattuto voleva anch’egli tentare di superare la prova, ma in cuor suo pensava di non farcela, così decise di tornare a casa quando ad un tratto udì una voce che diceva: “Vorresti tentare anche tu di superare la prova? ” Era il grosso leone che gli parlava “Avvicinati pure e presentati”.

“Mi chiamo Paride, esclamò timoroso, di mestiere faccio il calzolaio”.

” Nella tua vita ti è mai capitato di fare del bene a chi ne aveva realmente bisogno?” Chiese con voce ferma il leone.

“Veramente …" l’uomo ci pensò un attimo, dopodiché rispose: "Non ricordo, poiché se mai mi  fosse capitato, in quel mentre provo una tale felicità nel cuore, che annulla tutto il resto".

” Bene, rispose il leone, domani presentati nuovamente qui, avrai la risposta".

Il giorno successivo i due amici si ritrovarono di nuovo assieme per conoscere l’esito della prova. Poldo il contadino, non stava più nella pelle, sperava che l’ambito castello fosse assegnato a lui, era del tutto certo che l’amico Paride non avesse tentato di superare la prova. Così si presentarono nei pressi del castello, una volta giunti il leone dichiarò:

“Siete in verità due persone molto diverse, Poldo, tu hai fatto del denaro la tua ragione di vita. Tu invece Paride, non hai badato certo ad arricchirti, sei un uomo buono e  generoso, aiuti gli altri senza avere uno scopo e poiché chi dona senza aspettarsi nulla in cambio, dona con il cuore. Chi invece dà, ricordando ciò che dà, lo fa con la certezza che in qualche modo li venga restituito".

Così il leone dopo aver sentenziato, scese dal  suo piedistallo e in un batter d'occhio, si trasformò in un giovane principe, poi estrasse da una sacca una grossa chiave la offrì a Paride dichiarando: “Dono a te il mio castello,sono sicuro che sarai un buon Re, regnerai con  integrità e onestà, solo i saggi e i liberi di cuore sono in grado d’usare criterio e giudizio.

Paride, sorpreso ma felice, ringraziò il principe. In seguito si stabilì nel grande castello insieme alla moglie e ai suoi figli e vissero tutti felici e contenti, tranne Poldo, che deluso e amareggiato, continuò a svolgere per tutta la vita il duro lavoro del contadino.